Caro Presidente della Camera Roberto Fico,
Cara Ministra Fabiana Dadone,
Caro Presidente della Commissione Giustizia Mario Perantoni,
Presto la Commissione Giustizia della Camera tornerà ad esaminare il disegno di legge Perantoni che, tra le altre cose, consentirebbe la coltivazione domestica di cannabis. Non risolverà certo tutti i problemi di questo settore ma potrà evitare che chi la usa o, peggio, chi ne ha bisogno per motivi terapeutici, finisca davanti a un giudice per aver coltivato col rischio del carcere.
So che siete sensibili al tema e disponibili ad ascoltare anche le voci che arrivano dalla società, per questo mi permetto di farmi portavoce di chi da anni aspetta una legge che affronti un fenomeno sociale molto diffuso chiedendo un immediato approdo in Aula della proposta Perantoni e altri. Una richiesta che torno a condividere adesso che la Corte costituzionale non ci farà votare il referendum cannabis. Ci sentiamo scoraggiati perché sembra che il nostro Stato preferisca lasciare 6 milioni di consumatori nelle mani della criminalità organizzata anziché permettergli di coltivarsi in casa le proprie piantine.
Alla Conferenza del Governo di Genova ho raccontato la mia storia e la vicenda giudiziaria che ho dovuto affrontare, regolamentare la coltivazione domestica e intervenire per contenere le pene per uso personale resta una decisione urgente per andare incontro anche a quanto accade ogni giorno a tante persone malate costrette ad arrangiarsi nell’indifferenza generale di chi dovrebbe occuparsi del diritto alla salute.
La Conferenza di Genova ha fatto propria molte delle proposte che da anni la società civile avanza per una riforma di buon senso delle politiche sulle droghe proibite. Calendarizzare e approvare questo disegno di legge che introduce la possibilità di coltivare fino a 4 piantine sarebbe in linea con le raccomandazioni del Governo.
Il mio processo si è chiuso con un’assoluzione che ha riconosciuto l’uso medico della mia coltivazione. Già nel dicembre del 2019 le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno stabilito la non punibilità della coltivazione domestica. Occorre un ulteriore atto di responsabilità da parte del Parlamento per evitare che chiunque si trovi nelle mie condizioni sia costretto ad entrare in un tribunale.
Vi chiedo di fare tutto quanto nelle vostre facoltà per calendarizzare il disegno di legge e di adoperarvi in quanto legislatori perché venga approvato. I tempi e i numeri ci sono, adesso occorre la volontà. Grazie dell’attenzione.
Walter De Benedetto